“Riforma”, numero 37, 29 settembre 2023 :


“Riforma” del 3 dicembre 2021:


Commento di Raffaele Volpe in “Riforma”, numero 47 del 10 dicembre 2021:


Replica di Angelo Cassano in “Riforma”, numero 48 del 17 dicembre 2021:


"Riforma", numero 36, 24 settembre 2021, pagina 14:


"laRivista" , mensile illustrato del Locarnese e Valli, aprile 2021:


Da COOP cooperazione, 20 dicembre 2020


Da settimanale Riforma 2020, n.36, p. 14


Da settimanale Riforma 2020, n.42, p. 14





"laRivista" , mensile illustrato del Locarnese e Valli, ottobre 2019-10-07:


LE CAMPANE SUONANO
PER LA SALVAGUARDIA DELL‘AMBIENTE

Sabato 28 settembre, ore 14:30, in occasione della manifestazione nazionale sull’ambiente che si tiene a Berna, le campane della Chiesa Evangelica Riformata di Locarno e dintorni (Locarno-Monti, Ascona e Muralto) si uniscono alle altre migliaia di campane del Ticino e della Svizzera per risvegliare l’attenzione dei cittadini sulla necessità di proteggere l’ambiente. Il pastore Angelo Cassano afferma che „la salvaguardia dell’ambiente è diventata un’urgenza non più derogabile. Per il nostro bene e per il bene dei nostri figli abbiamo la responsabilità di mobilitarci per unirci ai milioni di giovani che nel mondo hanno accolto il grido di Greta Thunberg e insieme hanno lanciato l’allarme sul nostro pianeta che sta bruciando. Evocando la tradizione, il suono delle campane vuole essere un messaggio, un segnale di allarme e di attenzione per il paese su una questione che tocca tutti da vicino: È necessario voltare pagina, cambiare visione e atteggiamento. Non è la terra che appartiene a noi, siamo noi che apparteniamo alla terra e dobbiamo fare di tutto per proteggere la casa che ci ospita. Proteggendo la terra, proteggiamo noi stessi e le prossime generazioni. È un atto di responsabilità a cui non possiamo sottrarci“.


Articolo nell' "Avvenire" del 9 agosto 2019:



CENTRO EVANGELICO DI MURALTO

ULRICH ZWINGLI E LA RIFORMA SVIZZERA

Quest’anno ricorre il 500° anniversario della Riforma protestante in Svizzera, vale a dire da quando il 1° Gennaio 1519 il riformatore zurighese Huldrych Zwingli, nella scìa della Riforma nata in Germania, iniziò a predicare nella chiesa Grossmünster di Zurigo. La Chiesa Evangelica Riformata di Locarno commemora questo evento con un seminario aperto a tutti e con entrata libera presso il Centro Evangelico di Muralto, sabato 2 febbraio, dalle ore 16. Il titolo del seminario è “Ulrich Zwingli e la Riforma svizzera”. Relatore sarà Emidio Campi, professore emerito di Storia della Chiesa e direttore dell’Istituto di Storia della Riforma svizzera dell’ Università di Zurigo, il quale afferma: „Intorno a Zwingli e alla Riforma svizzera circolano ancora molte leggende e mezze verità. Il seminario spigola in alcune di esse e cerca di sfatarle. Successivamente presenta l’attività riformatrice di Zwingli sia nei suoi aspetti teologici e ecclesiastici, sia nei risvolti sociali e politici. Infine si sofferma sul significato odierno in una prospettiva ecumenica. L’esposizione è corredata da numerose illustrazioni d’epoca“. Il promotore dell’iniziativa, il pastore evangelico Angelo Cassano, sottolinea l’importanza di questo evento perché ci permette di cogliere l’intreccio storico delle vicende locarnesi dell’epoca con quelle della città di Zurigo e, quindi, con la storia svizzera: “Dopo che nel 2017 nel locarnese con una serie di manifestazioni culturali, che hanno coinvolto anche le autorità cittadine, abbiamo riflettuto sulla nascita della Riforma luterana e sull’esilio dei riformati locarnesi del 1555, questa volta desideriamo approfondire la Riforma svizzera nata a Zurigo a partire dal 1519 e che ha prodotto delle trasformazioni profonde nella cultura e nella società elvetica. È un periodo storico significativo non solo per la Svizzera in generale, ma anche per le vicende locarnesi perché alcuni decenni più tardi fu proprio a Zurigo che approdarono gli esiliati di Locarno. Il Prof. Campi è uno dei massimi esperti di Zwingli e della riforma Svizzera e credo che, essendo Zwingli un umanista, si soffermerà certamente anche sul legame delle vicende svizzere con la cultura europea dell’epoca e con la modernità”. Val la pena ricordare che il prof. Emidio Campi è autore di numerose opere, tra cui si ricordano le più recenti, Die schweizerische Reformation. EinHandbuch, Zürich 2017 (apparsa anche in inglese e coreano) e Riformare la Chiesa. Storia di un’idea, Bologna 2019. La sera del sabato, dopo il seminario, è prevista una cena (alla quale occorre annunciarsi) e musica dal vivo. La domenica ci sarà alle 10.30 una celebrazione commemorativa incentrata su Zwingli durante la quale interverrà anche il Prof. Campi. Per maggiori informazioni contattare il pastore Cassano al n. 091.743.49.46


Informazione libera a tutela delle minoranze*
Angelo Cassano

Il grado di civiltà di un popolo si misura con quanta attenzione vengono rispettate e valorizzate le minoranze etniche, religiose, politiche. Le minoranze sono portatrici di cultura storica e segnali di democrazia perché legate alle loro radici e non necessariamente appiattite alle tendenze e al potere dominante di turno. La nostra società ha bisogno di un pensiero critico che può essere veicolato dalle minoranze, se esse hanno visibilità e spazio nei mezzi di comunicazione. Pensiero critico, non distruttivo. Pensiero critico nel senso che all’occorrenza pungola il potere costituito ad esercitare il proprio ruolo come servizio per tutti i cittadini e non come potere fine a se stesso o soltanto a vantaggio di una fetta della società. Ben diceva Socrate nell’Apologia che il suo ruolo era simile al tafano che punzecchia un cavallo mantenendolo sempre sveglio. Secondo il filosofo ateniese i suoi concittadini dormirebbero se non fossero stimolati e tenuti svegli da lui. Il ruolo di un’informazione libera e polifonica è quello di tenerci svegli.
Il servizio pubblico di informazione è un argine contro le derive populistiche ed autoritarie. Va considerato un bene prezioso della nostra democrazia perché, nonostante le imperfezioni che sono intrinseche ad ogni struttura, garantisce il pluralismo di voci e di opinioni che rappresentano il sostrato della convivenza civile. La libertà d’opinione è garantita dalla costituzione, ma per mantenerla viva è necessario che non sia in balìa del potere economico che in futuro potrebbe acquisire i diritti della comunicazione radio-televisiva. Non possiamo lasciare che sia solo il potere economico a determinare l’opinione pubblica e a modellare le nostre coscienze. In Italia il fenomeno Berlusconi docet!
Qualcuno ha detto che gli attuali mezzi di informazione in Svizzera sono troppo politicizzati. Non è necessariamente un male. Ben venga l’influenza della politica, se essa non è semplice ripartizione di potere, ma l’arte della mediazione e, quindi, a tutela della democrazia che garantisce visibilità anche alle minoranze. Diceva lo storico e filosofo francese Alexis de Tocqueville: “La democrazia è il potere di un popolo informato”. Perché ciò avvenga, abbiamo bisogno di un’informazione che continui a dar voce anche alle minoranze.
Non nascondo che a primo impatto l’idea di poter risparmiare annualmente alcune centinaia di franchi è allettante. Come per Ulisse, le sirene sono attraenti, ma soffocano la circolazione delle idee e tengono in ostaggio la nostra libertà che ha richiesto secoli per fluire pienamente nel tessuto delle relazioni umane e sociali. Il servizio pubblico, garantendo il pluralismo, ha la forza di tenerci ancorati alle radici. Un popolo senza idee ben fondate, senza la conoscenza della propria storia è come un albero senza radici. La forza di una società democratica si trova in quegli snodi storici basilari e fondanti della nostra convivenza civile. Le radici contano! Contano perché sono la nostra identità. Contano per dire ai nostri figli che le nostre madri e i nostri padri sono la nostra storia perché le loro idee fanno parte della nostra cultura democratica che solo un’informazione libera può continuare a garantire!

*Riflessione apparsa sul “Corriere del Ticino” del 21 febbraio 2018





REFORMACTION: FESTIVAL DEI GIOVANI A GINEVRA
Angelo Cassano

Nell’ambito delle manifestazioni per il cinquecentenario della Riforma, il festival dei giovani “ReformAction” che ha avuto luogo a Ginevra dal 3 al 5 novembre 2017 è stato un evento molto ben riuscito. Circa 4.700 giovani provenienti da tutta la Svizzera, oltre a delegazioni di altri paesi, hanno potuto vivere un’esperienza davvero affascinante grazie alla molteplicità di iniziative che il team organizzativo ha proposto: esibizioni dal vivo, live painting, fiaccolate, preghiere, culto in diretta Tv, concerti e tanto altro. Al centro di tutti gli eventi è stata la fede evangelica, col tentativo di tradurre, con linguaggi innovativi, i valori che la Riforma ci ha lasciato in eredità.
Dal Ticino hanno preso parte all’evento ginevrino circa quaranta giovani accompagnati, oltre che dal sottoscritto, dai colleghi Daniele Campoli e Paolo de Petris con sua moglie Rossana, da Erica Leeuwenburg e da Michel Rapelli. È stata per i nostri giovani un’esperienza davvero arricchente e positiva che è iniziata nel cuore della città vecchia di Ginevra con un culto serale, seguendo la liturgia della comunità di Taizé, celebrato nella gremitissima cattedrale San Pietro, quella in cui Calvino predicò la Riforma. Migliaia di candele accese hanno creato un’atmosfera emozionante, lanciando un messaggio di speranza nelle tante ombre che offuscano il nostro mondo. Una ragazza ticinese ha detto che si è sentita parte di una famiglia protestante più grande. Lo spettacolo successivo presso il muro dei riformatori, composto da una miscela letteralmente esplosiva di musica ed immagini, ha rievocato non solo le tappe più significative della Riforma, ma ha anche sollevato dubbi e domande su Dio e sul senso della vita nel nostro tempo. È stato un momento che i giovani hanno vissuto con molta partecipazione. Nei giorni successivi il gruppo ticinese ha preso parte ad un’animazione guidata da un team del Madagascar, imparando a cantare, con movimenti di danza, una preghiera in lingua malgascia. Un altro momento molto intenso per i nostri giovani è stato lo spazio di riflessione e di confronto con noi pastori. Dal dibattito sono emerse domande sul senso della fede e dell’esistenza. In modo particolare una ragazza ha lanciato un interrogativo: cosa sarà di noi al termine della nostra vita? La manifestazione più eclatante, che ha visto la partecipazione di migliaia di giovani (concerti, immagini, racconti, danza, ecc.) è stata vissuta il sabato pomeriggio anche dai ticinesi nell’arena di Ginevra. Infine, la domenica mattina 5 novembre, la comitiva ticinese ha avuto il privilegio di prendere parte al culto trasmesso in diretta in eurovisione dalla cattedrale San Pietro.
Un grazie alla Chiesa Cantonale per il sostegno finanziario, a miei Colleghi Campoli e de Petris per la collaborazione, a Remo Sangiorgio per aver allacciato e tenuto i contatti a livello federale, a Claudia Ciopelli per l’organizzazione e la logistica. Un particolare ringraziamento a Michel Rapelli per averci guidato con tanta passione ed impegno nella “sua” Ginevra.


LA CENTRALITÀ DI CRISTO

“E Dio che ha detto ‘risplenda la luce nelle tenebre’, ha fatto risplendere in noi la luce per farci conoscere la gloria di Dio riflessa sul volto di Cristo” (2 Cor. 4:6)

Diceva lo scrittore Marcus Garvey: “Un popolo senza la conoscenza della propria storia, origine e cultura, è come un albero senza radici”. Come evangelici riformati abbiamo radici solide solo quando mettiamo Cristo al centro della nostra fede e della nostra etica
.
La centralità di Cristo è la vera, eclatante e rivoluzionaria novità della Riforma, espressa in modo sublime dal dipinto “Luther als Prediger” di Lucas Cranach del 1547. Per tutto il medioevo si era parlato diffusamente della centralità di Dio, ma non era il Dio incarnato in Gesù Cristo. Era invece l’immagine di un Dio fatto su misura , un Dio minaccioso con i poveri e accondiscendente e benevolo con i potenti, un Dio che veniva usato dal clero e dalla nobiltà per legittimare una rigida e schiavizzante gerarchia sociale. Il diritto divino era il garante intoccabile del loro potere autoritario e opprimente.

Lutero scoprì nel vangelo che il Dio rivelatosi in Gesù Cristo era il vero “tesoro della Chiesa” e giunse alla consapevolezza che “la gloria di Dio riflessa sul volto di Cristo” ci presenta il volto di un Dio misericordioso, empatico e accogliente particolarmente nei confronti dei ceti sociali più umili ed emarginati. La centralità di Cristo diventò allora per il riformatore di Wittemberg la chiave di lettura per comprendere Dio e per gettare una luce di speranza nell’oscurità di un’umanità oppressa e sofferente.

A 500 anni dalla Riforma, in un mondo solcato da tante ferite e sempre esposto alla tentazione di coloro che giustificano il loro potere iniquo con l’immagine di un Dio glorioso e guerriero, abbiamo bisogno di riscoprire la centralità di Cristo per incontrare il volto misericordioso di Dio.

Angelo Cassano


INSIEME PER CONTRASTARE IL FEMMINICIDIO
Angelo Cassano

Diceva Primo Levi: “I mostri esistono, ma sono troppo pochi per essere davvero pericolosi; sono più pericolosi gli uomini comuni”. Con questa frase detta ai giovani, Levi cercava di far capire che ad essere pericolose sono persone normali che spesso agiscono in modo lucido e premeditato. Ad essere pericolosi siamo noi quando le nostre parole sono pugnalate, quando i nostri silenzi sono un macigno, quando le nostre mani sono violente.Siamo noi, uomini spesso insospettabili e sorridenti, mimetizzati, rassicuranti e ben vestiti. Siamo noi quando, dietro una battuta divertente, abilmente proteggiamo le nostre insicurezze e le nostre lacune e non viviamo rapporti trasparentie relazioni sincere.Siamo noi quando dietro la maschera del perbenismo c’è una totale assenza di rispetto.

A volte additiamo altre culture e religioni, come quella islamica, di essere irrispettose verso le donne.E abbiamo le nostre buone ragioni per dirlo.Ma dobbiamo riconoscere che anche la nostra cultura occidentale, nonostante gli importanti passi avanti degli ultimi decenni nella direzione dell’ emancipazione femminile, è ancora oggi impregnata da un residuo spirito patriarcale che tarda a dissolversi e che si traduce in una violenza domestica assurda e inaccettabile. Ogni giorno in Svizzera ci sono 40 segnalazioni per violenze commesse sulle donne.I grandi delitti a danno delle donne finiscono sui giornali e dibattuti sui social, ma ci sono anche tante ordinarie, quotidiane umiliazioni che si fermano nel cuore delle donne e lo appesantiscono.

La punta dell’iceberg di una tale, aberrante violenza è indubbiamente il femminicidio, un fenomeno drammatico dei nostri tempi.Donne uccise solo perché decidono di essere libere e di sottrarsi al potere violento del partner, donne che decidono che è il momento di smettere un rapporto che non funziona più e di riprendere in mano la propria vita.Ma il marito, l’ex, il fidanzato o il compagno non ci stanno e, quando si rendono conto che l’altra non gli appartiene più, decidono, prima di ricattarla dicendo che non possono vivere senza di lei e, poi, quando questa possibilità ripetutamente fallisce, decidono di farla fuori.O mia o di nessuno!È il demone di una cultura possessiva che prevale sulla cultura dell’amore e del rispetto.È il demone della proprietà affettiva che si annida nell’animo di chi pensa che l’altra gli appartiene di diritto, non importa se c’è l’amore, l’affetto, la pari dignità. È un demone che si annida in piccoli uomini, apparentemente tranquilli e assolutamente normali, ma in realtà incapaci di vivere senza il potere del controllo su tutto, anche e anzitutto dei figli e della moglie.

Nella decisione della donna che vuole liberarsi da un rapporto possessivo e schiavizzante, il maschio si sente denudato della sua virilità. La sua stessa identità va in frantumi, quell’identità che si è costruita per secoli sull’idea culturale di possesso, sull’immagine ancestrale del padre padrone.Spinto da una gelosia possessiva, che di questa cultura e non dell’amore si nutre, l’uomo vive nel terrore di dover ricominciare una vita da solo.Vive il distacco deciso dalla “sua” donna come lo sbriciolamento della sua immagine personale e sociale.

È l’affermazione di una cultura possessiva e schiavizzante, una cultura basata sulla volontà irrefrenabile di avere nella donna una proprietà riservata, cultura subdola e monopolizzante che scorre più che mai nelle pieghe dei rapporti di coppia, una cultura che non conosce l’educazione ai sentimenti, al diritto, al rispetto, all’ascolto, alle scelte condivise.

E quando la donna decide di fare scelte autonome e di sottrarsi ad essere usata come oggetto, ci sono uomini che, denudati del loro potere e smarriti nel loro labirinto di miseria umana e spirituale, lasciano esplodere cinicamente la loro rabbia. Succede purtroppo con una frequenza spaventosa, inaccettabile. Infliggendo dolore, sofferenza e morte a chi vuole sottrarsi al loro controllo, questi uomini vogliono dimostrare a loro stessi di essere ancora in grado di esercitare un’influenza sulla donna .

Il femminicidio è una profonda ferita della nostra epoca che può e deve essere guarita col concorso di uomini e donne disposti apertamente a confrontarsi, a parlarne e, senza pregiudiziali, a cercare insieme di comprenderne i motivi e a trovare le possibili quanto necessarie vie d’uscita. Solo se le donne vengono aiutate a tesseree a sentirsi parte di una rete sociale di ascolto, di protezione e di solidarietà, possono trovare la forza di denunciare questi demoni del nostro tempo edi riprendersi la loro vita derubata e umiliata. È necessario più che mai che donne e uomini interiormente liberi da pregiudizi e da fantasmi ancestrali, insieme, facciano tutto il possibile per diffondere e realizzare una nuova cultura, una cultura che nei massa media, nelle famiglie, nelle scuole, nelle chiese, nella pratica sportiva e nelle sedi politiche istituzionali si prenda cura di educare sin dalla prima infanzia ai sentimenti, al diritto, all’ascolto e al dialogo; una cultura che riesca finalmente ad incarnare nel proprio DNA i diritti umani fondamentali quali la libertà, l’autodeterminazione, la pari dignità e la reciprocità del rispetto; una cultura che sappia dire “basta” al potere distruttivo del femminicidio e che sappia donare leggerezza, creatività e bellezza alla vita relazionale e sociale.

Da „Corriere del ticino“, 8 marzo 2017 (festa della donna)



MURALTO: I PROTESTANTI LOCARNESI IN FESTA
A 500 anni dall’inizio della Riforma protestante del 16° secolo, oggi pomeriggio, dalle ore 14 alle ore 17,30 e domani 27 novembre, tutto il giorno, la Chiesa Evangelica Riformata del locarnese (compreso le valli) vive nel Centro Evangelico di Muralto, via Sciaroni 8, una festa comunitaria con bazar, una festa per le famiglie che si avvicinano al Natale con spirito di solidarietà e di accoglienza e per ricordare le proprie radici evangeliche. Il programma della manifestazione è indirizzato a piccoli e grandi che, in un clima accogliente e amichevole, vogliono fabbricare biscotti, vivere insieme momenti conviviali e di scambio tra corone d’avvento, bancarelle con i bellissimi lavori fatti a mano dal “Frauenverein” e dal “Gruppo Donne” della comunità e banco dolci. Al culto bilingue (italiano/tedesco) di domenica, guidato dai pastori Angelo Cassano e Markus Erny e che avrà inizio alle ore 10:30, ci sarà la gradita partecipazione del coro Calliope guidato da Esther Haarbeck. Seguirà il pranzo comunitario. Il ricavato della manifestazione verrà devoluto sia in beneficenza (ad es. la comunità è gemellata con alcuni asili nido dello Zimbabwe, assistenza asilanti, ecc.) sia per sostenere alcune attività comunitarie nel locarnese (lavoro con bambini ed adolescenti, famiglie, assistenza agli anziani, ecc.).


IL NATALE E LA FAMIGLIA
Angelo Cassano

Ha senso parlare di Natale, di vita, di pace quando lo scenario culturale e sociale che ci circonda ci parla di morte e di vittime innocenti? È possibile parlare di serenità familiare, dell’annuncio di “pace sulla terra a tutti gli uomini di buona volontà”, di fronte al grido straziante, trattenuto o urlato, negato o espresso, che i genitori di Valeria Solesin provano di fronte alla morte della figlia nella mattanza del Bataclan?
Valeria era una ragazza di 28 anni con genitori e un fratello che l’adoravano. Aveva lasciato Venezia per fare ricerca in demografia all’università La Sorbona. Giovane impegnata per la pace, era volontaria di Emergency. Fra i molteplici modelli familiari che esprimono il pluralismo culturale della società di oggi, Valeria faceva parte di una famiglia ideale, con genitori premurosi senza essere invasivi; accompagnavano con fierezza la brillante carriera della loro figlia nella “ville de lumière” dove Valeria viveva da 6 anni. “La porteremo sempre nel cuore” - ha detto la mamma Luciana - “e ricordate che era una persona, una cittadina, una studiosa meravigliosa”. E poi, insieme al marito Alberto e all’altro figlio Dario, affranta dal dolore, si è rinchiusa nel suo silenzio.

Quando un genitore prende veramente coscienza che la figlia o il figlio non c’è più, che non potrà più essere la gioia dei suoi occhi, non potrà più varcare quella soglia che le teneva aperta sul mondo, si mette in disparte. Vuole evitare gli assalti, spesso invasivi ed inadeguati, di un mondo che gli è ormai estraneo. Non gli restano che lacrime amare.
Non si può parlare di Natale, senza compassione, senza provare a comprendere il dolore debilitante di un papà e di una mamma che sopravvivono alla propria figlia. Non possiamo rituffarci nelle distrazioni di un Natale sempre più consumistico, senza portare dentro di noi il dolore delle famiglie che sono state colpite nelle loro relazioni più intime e più preziose. Non possiamo aspettare che il fantasma del terrore, che vaga nelle strade delle metropoli europee, da forestiero diventi prossimo. È già prossimo!
Ribadisco allora la domanda iniziale: ha senso parlare di Natale, della nostra voglia di pace familiare quando il nostro prossimo soffre a causa di una ferita inenarrabile? Si, ha senso! Anzi, è necessario! Non si può pensare al Natale senza “piangere con chi piange”, senza elaborare nelle famiglie le paure e le rabbie che una tale, assurda violenza necessariamente suscita e al tempo stesso condividere la voglia di rinascita, di pace, di vita nuova che il Natale di Dio ogni volta ci propone. Perché l’odio non attecchisca, è necessario creare una rete di solidarietà che sappia contrapporre agli scenari di morte e di rassegnazione, da un lato la denuncia del terrore e dei trafficanti d’armi che di questo terrore sono complici; dall’altro lato, impegnarsi per la rinascita di nuove strade aperte all’ascolto e al dialogo, strade nelle quali “uomini e donne di buona volontà” abbiano il coraggio di riprendere a tessere la difficile quanto necessaria tela dell’incontro, dell’accoglienza e della pace. Ci vuole coraggio per costruire il bene comune quando il sangue ancora scorre. Ci vuole coraggio per annunciare e credere in una pace possibile, quando sembra prevalere la logica di chi vuole allargare a macchia d’olio la cultura dell’odio. Ma è di questo coraggio che abbiamo bisogno, un coraggio che ci permetterà di annunciare ancora una volta la “buona notizia” della “pace in terra”, la nascita di Dio nelle famiglie e nelle pieghe di una umanità ferita.


CENTRO EVANGELICO DI MURALTO
VOCI DI PACE DAL MEDIO ORIENTE
Con gli occhi di chi vede la guerra seminando la pace

Giovedi 26 febbraio, ore 20 nel Centro Evangelico di Muralto, via Sciaroni 8, avrà luogo una conferenza e dibattito sulla pace con testimoni diretti del conflitto medio-orientale. Il pastore Angelo Cassano, promotore della manifestazione “Semi di Pace” nel locarnese, afferma che “dopo i tragici fatti di Parigi e Copenaghen, tante domande rimangono forti nella coscienza collettiva: perché questo scontro culturale in nome della religione? È possibile trovare una via di pace tra la cultura ebraico-cristiana e quella islamica? È possibile che dallo scontro delle ignoranze si possa passare all’ascolto reciproco? Non è facile dare una risposta a queste domande, ma è necessario riflettere insieme perché, nonostante la complessità della problematica, ci sono uomini, donne e giovani che nell’Islam come nel cristianesimo sono disposti ad ascoltare le ragioni dell’altro e a cercare insieme soluzioni ai conflitti che siano diverse dallo scontro culturale o militare”. L’incontro di giovedi è indubbiamente un segnale in questa direzione. La serata darà ampio spazio al dialogo per la pace con due voci del medio-oriente: Rahal Rahal, palestinese e Yehuda Stolov, israeliano. “Noi crediamo – aggiunge Cassano - che la pace sia il solo percorso per continuare a salvaguardare la libertà e questo incontro con personaggi provenienti da una terra martoriata dal conflitto, vuole portare anche alle nostre latitudini la consapevolezza di essere parte di un cammino comune. In un clima politico-religioso sia in Europa che in medio-oriente in cui sembra prevalere lo scontro culturale e il fondamentalismo, ci sembra opportuno ascoltare ed esprimere il nostro sostegno e la nostra solidarietà a coloro che sono tenacemente impegnati per la pace e la libertà”. L’entrata è libera.


“POSTO OCCUPATO” PER NON DIMENTICARE LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA
Domenica 7 dicembre presso il centro evangelico di Muralto Daniela Cassano, rappresentante della Chiesa Evangelica Riformata del Ticino presso la Federazione Donne Evangeliche Italiane ha lanciato nel locarnese l’iniziativa “posto occupato” per ricordare e sostenere le donne vittime di violenze, iniziativa che proseguirà per tutto il mese di dicembre. La Sig.ra Cassano esprime il senso di questa iniziativa: “Si ispira al progetto ONU ‘16 giorni contro la violenza sulle donne’. Abbiamo messo nella chiesa evangelica riformata di Muralto una sedia con la scritta “posto occupato” e con uno scialle rosso che simboleggia il sangue delle donne vittime del femminicidio. Ciascuna di quelle donne - prima che un marito, un fidanzato, un ex, uno sconosciuto decidesse di porre fine alla loro vita - occupava un posto a teatro, sul tram, a scuola, in metropolitana, nella società. Questo posto vogliamo riservarlo a loro e non vogliamo che la quotidianità sommerga e cancelli questa dolorosa ferita. Vuole essere un segnale concreto di solidarietà verso tutte le donne vittime della violenza maschile”.
L’iniziativa ha suscitato un ampio consenso tra i partecipanti e c’è la volontà che questo semplice e significativo gesto del “posto occupato” si diffonda nei teatri, cinema e ristoranti del locarnese, come immagine simbolica che esprime solidarietà verso tutte le donne che subiscono violenze. “ Secondo me – prosegue Daniela Cassano - è importante che le donne vittime di violenze non si sentano isolate. L’isolamento purtroppo le rende più vulnerabili. Bisogna costruire una fitta rete di solidarietà e di amicizia, spazi nei quali la violenza subita può essere condivisa e contrastata. Penso che la violenza più difficile da stanare sia quella familiare, perché capita spesso che la donna, vuoi per senso di responsabilità, vuoi per paura, non denuncia la violenza subita dal marito o dal compagno di vita. Alla base di questa assurda violenza, secondo me è il fatto che spesso il maschio considera l’emancipazione della donna come sottrazione di potere e non come possibilità di ricchezza comune.
Acquisire la consapevolezza della violenza sulle donne è secondo me il primo passo per trovare il coraggio di uscirne fuori. Bisogna puntare insieme, uomini e donne, sull’educazione, soprattutto verso i giovani, ma anche verso gli adulti, perché la violenza contro le donne è un tema che ha risvolti sulla famiglia e sulla qualità dei nostri rapporti familiari e sociali. Ecco perché anche un gesto simbolico, come questa iniziativa del “posto occupato” può essere un segnale forte per contrastare la violenza sulle donne. Per ulteriori informazioni e per coloro che sono interessati ad aderire all’iniziativa, potete contattare la Sig.ra Cassano al numero 091.743.49.46



Tutti i volti della famiglia


Progetto a Muralto centrato sulla famiglia

(Luisa Nitti) “La famiglia al centro” è il titolo del progetto promosso, a partire da ottobre e per otto mesi, dalla comunità evangelica di Muralto. Una volta al mese, fino a maggio 2015, verrà organizzato un seminario di due giorni con la partecipazione di teologi, psicoterapeuti, mediatori familiari che lavorano nel campo delle relazioni familiari, del rapporto di coppia, del rapporto genitori-figli.

Iniziativa aperta
Si tratta di un’iniziativa aperta a chiunque sia interessato a confrontarsi sulle prospettive e sui problemi delle diverse tipologie di famiglie che oggi sono presenti nella società. “Il progetto - spiega il pastore Angelo Cassano - non è mirato ad un modello ideale di famiglia, ma vuole coinvolgere tutti coloro che vogliono confrontarsi seriamente e serenamente sui vari modi di stare insieme”. I seminari prenderanno avvio sabato 4 e domenica 5 ottobre con un primo intervento a cura della pastora battista Lidia Maggi sul tema “Tra fallimenti e ricostruzioni affettive”.

Giornate workshop
Le giornate di approfondimento, che si svolgeranno tutte durante dei finesettimana presso il Centro Evangelico di Muralto, prevedono anche momenti di convivialità (cena del sabato sera e pranzo della domenica), workshop, lavoro in gruppi, animazioni rivolte ai bambini. La domenica mattina si terrà un culto sul tema approfondito durante il finesettimana. “Io credo che la famiglia - afferma ancora il pastore Cassano -, nella sue diverse articolazioni, sia la grande sfida della nostra società e quindi il progetto ‘La famiglia al centro’ è rivolto a tutti coloro che, in un clima conviviale e di amicizia, vogliono approfondire le complesse dinamiche inter-relazionali tenendo anche conto della testimonianza del Vangelo”.

Animatori qualificati
Fra i relatori che animeranno gli incontri, la psicoterapeuta Licia Saillen, la teologa e psicoterapeuta Sitta Revillard, la psicoterapeuta Rosella De Leonibus, la psicologa e scrittrice Silvia Vegetti Finzi. Per gli organizzatori del progetto si tratta anche di un’opportunità per creare un ponte tra la teologia e la psicoterapia, in modo che il dibattito sulle questioni familiari abbia come sfondo la testimonianza liberatrice dell’Evangelo e al tempo stesso sia portato avanti con la massima competenza.
L’ideazione dei seminari viene anche incontro ad una concreta esigenza di cura pastorale che è molto diffusa oggi: si tratta di portare le famiglie ad una maggiore consapevolezza delle risorse positive che possono aiutare ad affrontare i problemi.

Cantiere famiglia
La famiglia oggi, in tutte le sue forme, vive momenti di forte crisi, ma proprio a partire da questo dato si può ipotizzare uno spazio di consapevolezza e di crescita, per trasformare le difficoltà in opportunità positive. Il progetto si inserisce in un contesto comunitario che è già attento al tema delle dinamiche familiari. Per i promotori si tratta di rafforzare ulteriormente questo lavoro, grazie al confronto con teologi e psicoterapeuti molto qualificati e in un clima di fiducia, che possa essere la base di un processo di “guarigione” e di rafforzamento della comunione fraterna.
Per il pastore Angelo Cassano, in definitiva, c’è molta voglia, da parte delle famiglie, di conoscere e approfondire le dinamiche relazionali e le motivazioni che stanno alla base dei conflitti. Proprio per questo, afferma, “proporre un piano di lavoro nell’arco di otto mesi, con incontri mensili, offre la possibilità di creare un forte legame tra i partecipanti ed una ottima possibilità di non sentirsi soli nell’affrontare un’eventuale crisi familiare, per comprendere le esigenze degli altri e per sviluppare una crescita interiore che aiuti a trovare, nel mezzo delle conflittualità, la strada verso soluzioni possibili”.

(Pubblicato nella "Voce Evangelica" di settembre 2014)


MUSICAL ECUMENICO
“IL SOGNO DI GIUSEPPE”
Sabato 20 aprile, ore 20, palazzo Congressi Muralto

Dopo lo straordinario successo ottenuto nelle due rappresentazioni fatte a Lugano la settimana scorsa, Sabato 20 aprile, ore 20 presso il Palazzo dei Congressi di Muralto, verrà presentato anche nel locarnese il musical dal titolo “Il sogno di Giuseppe” realizzato da giovani e promosso dalla Comunità di lavoro delle Chiese Cristiane in Ticino, regia a cura di Melanie Haener. Questo appassionante spettacolo in due tempi ha come soggetto uno dei più bei racconti della Bibbia, la storia di Giuseppe, venduto dai fratelli e portato in Egitto. Si tratta di un’opera di grande impatto lirico-rock e di vibranti atmosfere, con ironia e commozione, leggerezza e drammaticità. All’iniziativa nel locarnese hanno aderito, oltre alla Chiesa Cattolica e alla Chiesa Evangelica Riformata, anche l’associazione ‘Muralto per Tutti”. L’entrata è libera.



Conferenza a Muralto del Prof. Paolo Ricca
COSA VUOL DIRE ESSERE CRISTIANI OGGI?

Giovedi 18 ottobre, ore 20:15 presso il centro evangelico di Muralto, via Sciaroni 10, il Prof. Ricca (docente emerito della facoltà teologica valdese e docente presso l’ateneo cattolico S. Anselmo di Roma) terrà una conferenza dal titolo: “La fede cristiana secondo il catechismo di Heidelberg (1563) e secondo il Vaticano II (1962)”. In occasione del 50° anniversario del Concilio Vaticano II, il Prof. Ricca si interroga sulla valenza e sul significato della fede cristiana in una società sempre più secolarizzata e multiculturale. Alcune domande sulle quali si soffermerà: Ha ancora senso oggi annunciare il Vangelo? Quali sono i punti essenziali della tradizione cristiana (sia protestante che cattolica) che andrebbero valorizzati e resi significativi per la nostra generazione? L’entrata è libera. Per ulteriori informazioni, potete contattare il pastore Angelo Cassano al n. 091.743.49.46




A MURALTO RIFLETTORI PUNTATI SU GIOVANI E FAMIGLIA
PROIEZIONE CORTOMETRAGGIO E TAVOLA ROTONDA

Sabato 8 ottobre, ore 17.00, presso il centro evangelico di Muralto, via Sciaroni 8, avrà luogo la proiezione del cortometraggio “Luna piena” ed il backstage realizzati dal gruppo giovanile della Chiesa evangelica riformata di Locarno guidato dal pastore Angelo Cassano. Seguirà una tavola rotonda pubblica che prevede la partecipazione e gli interventi della terapeuta familiare locarnese, sig.ra Anna Lafranchi, del direttore del liceo cantonale di Locarno, prof. Fulvio Cavallini, della vice-sindaca di locarno, prof.ssa Tiziana Zaninelli, del gran consigliere e vice sindaco di Muralto, sig. Claudio Franscella e del presidente CERL, sig. Daniele Gisler. Il cortometraggio affronta una tematica molto attuale e significativa perchè coinvolge la famiglia nel suo insieme (giovani, genitori, nonni): La coppia scoppia, il rapporto affettivo intergenerazionale nonna-nipote rende possibile ritrovare uno spazio di serenità intessuto di poesia, da cui nasce la speranza. L’entrata è libera.


Concerto di Natale col Gruppo Jeans

Venerdi, 17 dicembre, ore 20.00 nella Chiesa di Muralto i bambini del coro “Gruppo Jeans” di Muralto guidato da Tiziana Polverini, Nadia e Sara Grandi, si esibirà con un repertorio di canti natalizi. Tutti i testi sono adattati dai musicisti del gruppo: Luca Fraschina al piano, Vinicio Grandi al basso e Claudio Arrigoni alla batteria. Il ricavato verrà devoluto in beneficenza. Il Gruppo Jeans ha deciso di unire la gioia del canto ad un progetto umanitario creato da Pia Gullotti, già docente di francese, che una volta in pensione si è recata per alcuni anni nello Zimbawe facendo costruire ben 10 asili nido. La comunità evangelica di Muralto ha preso a cuore questo progetto e da anni contribuisce al suo sviluppo grazie ad un gemellaggio che consiste in un diretto contatto con le maestre che gestiscono il lavoro con i bambini che frequentano questi asili. Sarà quindi un bel modo per avvicinarsi al Natale, quello cioè di seguire il motto che il Gruppo Jeans persegue da ben 35 anni, ovvero “divertire e divertirsi aiutando chi soffre”. L’entrata al concerto è gratuita.


CONFERENZA SUL TEMA DELLA CONFLITTUALITÀ

Giovedì 11 novembre, ore 20.15 presso il Centro Evangelico di Muralto, via Sciaroni 8, il Past. Angelo Cassano - già docente di filosofia, storia e psicologia - terrà una conferenza sul tema: “I conflitti possono aiutare a crescere? Conoscere la pluralità interiore per meglio affrontare le tensioni esterne della vita”. Come mai a volte ci si blocca e ci si chiede: ed ora cosa faccio? Quale peso dare alle diverse e spesso contrastanti voci interiori? Come ci si sente quando si è lacerati da forti dubbi? Perché di fronte ad una problematica delicata è difficile fare una scelta? Perché dopo alcune scelte ci si pente? Partendo dalla conflittualità interiore di celeberrimi personaggi della cultura classica greca e giudaico-cristiana, il Past. Cassano, con l’ausilio di strumenti multimediali, illustrerà situazioni concrete ed attuali di conflittualità interiore che se non comprese e gestite in modo equilibrato, portano non solo a profonde lacerazioni interne all’individuo, ma anche a forti tensioni con l’esterno. Per ulteriori informazioni, 091. 743.45.45. L’ingresso è gratuito.


Referendum elvetico sui minareti

LA VITTORIA DELLA PAURA

di Angelo Cassano

Il “si” al divieto dei minareti nasce dalla paura e si nutre della paura. A ben poco sono serviti gli appelli dell’élite culturale, del governo federale, della chiesa cattolica e della chiesa evangelica riformata per un voto che esprimesse accoglienza e comprensione e non chiusura ed intolleranza. È “la pancia” che ha preso il sopravvento sulla “testa”. I cartelloni pubblicitari dei promotori hanno puntato tutto sulla paura mettendo in relazione i minareti con le minacce dell’estremismo islamico. È stata la vittoria della paura su ogni sforzo razionale e moderato che mira al superamento dei pregiudizi e delle ragioni del conflitto. È la vittoria della “cultura del nemico” e dello “scontro di (in)civiltà” rispetto alla cultura dell’amicizia, del dialogo e della pace.

Il settimanale “Beobachter” del 18 settembre 2009 aveva in qualche modo anticipato il risultato del voto, facendo emergere il retroterra da cui è sorto questo nuovo scenario che mette in serio pericolo gli sforzi di pace e di distensione, non solo in Svizzera. Col titolo “Angst” (paura), il settimanale svizzero-tedesco ha preso in considerazione le paure principali da cui i cittadini elvetici si sentono minacciati. Ebbene, dalla statistica emerge che ancor più della minaccia economica o della salute, negli ultimi 5 anni è aumentata sensibilmente (facendola balzare al 1° posto) la paura per tutto ciò che è straniero. C’è una diffusa paura nei confronti di ciò che è estraneo alla propria tradizione culturale e religiosa. È una paura indefinita quanto radicata. Il popolo svizzero ha avuto paura che l’apertura alla costruzione di nuovi minareti (5 dei quali sono comunque già presenti nel territorio elvetico e non sembra che fino ad ora abbiano creato grandi problemi!) avrebbe potuto mettere in discussione non solo la propria identità culturale, ma anche il quieto vivere ed il benessere che da secoli regnano nel paese.

Di fronte a questo risultato inatteso sono in molti a mettere in discussione la sovranità popolare. Si sostiene che soprattutto quando sono toccati i diritti fondamentali, quali la libertà religiosa e il divieto di discriminazione, il potere del popolo non è illimitato. Sono argomentazioni che a mio avviso giungono tardive. Avrebbero potuto forse evitare il referendum, ma ora è difficile, se non impossibile, provare a rimuovere il risultato. Meglio prenderne atto e cercare di dare risposte alla paura che non è solo elvetica, ma di tutto il mondo occidentale. E sono tante le ragioni di questa comprensibile quanto lacerante paura. Indubbiamente dopo il fatidico 11 settembre 2001, anche in Svizzera i mass-media hanno amplificato le notizie dello scontro e relegato in secondo piano ogni tentativo di dialogo e di incontro con la cultura islamica, contribuendo ad aumentare malessere e disagio. L’immaginario collettivo si è quotidianamente nutrito di immagini di violenza e di odio provenienti dal mondo islamico.

Solo dialogando e facendo emergere la cultura del dialogo, della conoscenza e del rispetto reciproco, possiamo rispondere (almeno in parte) alle paure che sono presenti nella nostra generazione, paure che vanno aldilà dei confini territoriali o delle appartenenze politiche. Nel piccolo laboratorio locarnese dei giovani evangelici riformati abbiamo provato in questi ultimi mesi a sensibilizzare i ragazzi sulla necessità del dialogo tra la cultura islamica e quella occidentale di origine cristiana. Abbiamo insieme analizzato attentamente il brillante e significativo discorso di Barack Obama tenuto al Cairo il 4 giugno 2009, un discorso che getta luce sulle cause della tensione tra l’Islam e l’occidente e che al tempo stesso afferma la necessità di “porre fine a questo circolo vizioso di sospetti e di discordia” intessendo un rapporto che sia fondato “sull’interesse reciproco e sul mutuo rispetto” e facendo tutti gli sforzi possibili “per ascoltarci, per imparare l’uno dall’altro, per cercare un terreno comune di intesa”. E chissà che con tanta pazienza e guidati dall’ “audacia della speranza” non si arrivi pian piano a superare tensioni, pregiudizi e paure!


Conferenza a Muralto

GIOVANNI CALVINO: IL RIFORMATORE GINEVRINO E L’ATTUALITÀ DEL SUO PENSIERO

Nell’ambito delle manifestazioni per il 500° anniversario della nascita del celebre riformatore ginevrino Giovanni Calvino, sabato 17 ottobre, ore 20.15, presso il Centro Evangelico di Muralto, via Sciaroni 8, avrà luogo una conferenza dal tema “Giovanni Calvino nel suo e nel nostro tempo”.  Il relatore della serata sarà il teologo e storico valdese Giorgio Tourn, autore di numerosi libri e uno dei massimi esperti del pensiero di Calvino. In uno dei suoi scritti il past. Tourn sostiene che “Giovanni Calvino è stato indubbiamente una delle maggiori personalità della storia svizzera ed europea. L’influenza del suo pensiero si è estesa ben oltre l’ambito della comunità religiosa, ispirando le generazioni successive nella creazione di una società moderna fondata sulla responsabilità dei cittadini”.  Alcune delle domande che verranno affrontate nel corso della serata: Chi era Calvino? Perché la sua figura ha scatenato tante polemiche e discussioni non solo nel suo tempo? Quali sono la forza e l’originalità del suo pensiero che tanta influenza hanno avuto sullo sviluppo della modernità? L’entrata è libera. Per ulteriori informazioni, pastore A. Cassano, 091.743.45.45.


INIZIATIVA ECUMENICA NEL LOCARNESE
CORSO DI FORMAZIONE BIBLICA

Giovedì 17 settembre, ore 20.15, presso il Centro Evangelico di Muralto, via Sciaroni 10, avrà luogo il primo di una serie di incontri ecumenici promossi in comune dalla Parrocchia Cattolica di Muralto e di Locarno, dalla locale Chiesa Siro-Ortodossa e dalla Chiesa Evangelica Riformata di Muralto. Come affermano i promotori dell’iniziativa, Don Carmelo Andreatta, Don George Kerketta, Padre Ibrahim Unal e il Pastore Angelo Cassano, “si tratta di un Corso ecumenico di formazione biblica che in uno spirito di dialogo sereno e costruttivo mira a mettere in risalto i valori comuni e fondanti del cristianesimo, in modo che insieme possiamo contribuire a diffondere nella nostra società lo spirito di pace, di libertà e di responsabilità”. Il corso è scaglionato nell’arco di 9 mesi (settembre 2009-maggio 2010) e gli incontri sono guidati dai Prof.ri Ernesto Borghi (foto) e Renzo Petraglio e avranno luogo in modo alternato presso il Centro Evangelico di Muralto e presso La Sacra Famiglia di Locarno. Il relatore del primo incontro a Muralto è il prof. Ernesto Borghi, presidente dell’Associazione Biblica della Svizzera Italiana, professore di esegesi e teologia del Nuovo Testamento presso l’università Pontificia Salesiana di Torino. Come sostiene il prof. Borghi, “chiunque può partecipare a queste serate: quello che è importante non è una particolare preparazione biblica o teologica o l’appartenenza a gruppi ecclesiali specifici, ma la volontà di mettersi a confronto con il Vangelo di Gesù, in particolare con i valori di libertà e amore evidenziati nella versione lucana, con sincerità e attenzione. Ogni persona, infatti, quale che sia il suo bagaglio culturale e religioso, può sempre interagire con altri affinché l’umanità di tutti possa crescere con gioia e senso di responsabilità”. In merito all’approccio generale che verrà adottato, molto illuminante e significativa è l’osservazione avanzata da Massimo Donaddio in una recensione su “Il Sole 24 ore” (24 luglio 2009) in merito al libro del prof. Borghi “Il tesoro della Parola”: “l'approccio di Ernesto Borghi, da noi pienamente condiviso, rifugge dagli opposti belligeranti per ritrovare proprio nella Bibbia fondamento e motivazioni autentiche del credere, nella consapevolezza che una ritrovata familiarità con il testo biblico, senza ignorarne la complessità, possa essere davvero un'esperienza centrale nella vita del credente, umanamente e culturalmente appassionante anche per coloro che si sentono distanti da un'adesione piena alla fede di Gesù Cristo“.



PROSEGUE A MURALTO
IL CICLO DI INCONTRI SULLA FAMIGLIA

DISAGIO GIOVANILE
E RAPPORTO TRA GENITORI E FIGLI

Giovedì 5 marzo, ore 20.15, continua a Muralto nei locali del Centro Evangelico, via Sciaroni 8,  il ciclo di incontri sulla famiglia promosso dalla Chiesa Evangelica Riformata di Locarno e Dintorni e dalla Parrocchia Cattolica di Muralto.  Il tema della serata sarà  "Il disagio giovanile e il rapporto tra genitori e figli".   I promotori dell’iniziativa, don Rinaldo Romagnoli e il pastore Angelo Cassano, ritengono che “sia importante parlare del disagio giovanile in relazione ai rapporti all’interno del nucleo familiare, perché la famiglia rappresenta ancora oggi il luogo privilegiato  della formazione civile e morale dei giovani”.  La serata viene animata dalla  psicologa e psicoterapeuta Pamela Meda Peduzzi,  specializzata nell'approccio sistemico relazionale ai problemi della coppia e della famiglia e dal mediatore familiare Stefano Peduzzi, avvocato, attivo nel campo del diritto di famiglia, formatore in materia di gestione dei conflitti. Partendo dalla loro variegata esperienza di sostegno alle famiglie, i relatori ritengono che "le persone siano come note musicali: quando entrano in relazione possono produrre armonia o disarmonia. L'arte di essere genitori é quella di introdurre nella vita dei nostri figli la migliore armonia possibile." Verrà dato ampio spazio al dibattito. L’entrata è libera.




PALAZZO DEI CONGRESSI DI MURALTO
CONFERENZA E DIBATTITO
VOCI DI PACE DAL MEDIO ORIENTE
La Chiesa Evangelica Riformata di Locarno e dintorni, la Parrocchia Cattolica di Muralto, l’Associazione Muralto per Tutti, con il patrocinio del comune di Muralto,  aderendo all’iniziativa “Semi di Pace 2009”, invitano tutti gli interessati a partecipare alla conferenza “Voci di pace dal Medio Oriente” che si terrà martedi 17 febbraio, ore 20:00 al Palazzo dei Congressi di Muralto.   Si avrà l’occasione di dialogare con una delegazione arabo-israeliana, testimoni diretti del conflitto arabo-israeliano che vengono in Ticino per testimoniare al pubblico ticinese la loro volontà di pace:  Ramz Jammal, una ragazza palestinese  di 16 anni di Jenin,  Sayed Kashua, scrittore di  Beit Tzafafa, un villaggio palestinese a sud di Gerusalemme,  autore di “Arabi Danzanti” e di “E fu mattina” edito da Guanda, Itai Garfunkel,  israeliano,  17 anni di  Misgav e lo scrittore israeliano Yossi Avni Levy che  ha servito anche come ufficiale nell’esercito israeliano, autore di vari libri, ultimo dei quali pubblicato nel  2007 dal titolo  “A Man without a Shadow”.  Don Rinaldo Romagnoli,  Bruno Toma, consigliere comunale di Muralto,   e il pastore Angelo Cassano, promotori dell’iniziativa, sono persuasi che “alla luce del tragico conflitto vissuto a Gaza nelle ultime settimane, valga la pena provare a vedere la guerra con gli occhi di testimoni diretti che purtroppo la subiscono, ma che pazientemente seminano la pace. Con questa manifestazione ecumenica desideriamo incoraggiare e lanciare un piccolo ma significativo segnale di speranza a  tutti coloro che credono nella pace e che non si rassegnano di fronte ad una conflittualità apparentemente senza sbocchi”. L’entrata è libera.



MURALTO
IL “LABORATORIO FAMIGLIA” PUNTA I RIFLETTORI SUI GIOVANI
Il progetto “Laboratorio Famiglia” lanciato a settembre dalla Chiesa Evangelica Riformata di Locarno e Dintorni e a cui ha successivamente aderito anche la Parrocchia Cattolica di Muralto ha suscitato un forte interesse anche perchè viene incontro ad un'esigenza molto sentita nella nostra società. Nell'ambito di questo ciclo d’incontri, giovedì 5 febbraio, ore 20.15, nel centro Evangelico di Muralto, via Sciaroni 8, l'attenzione sarà posta in modo particolare sull’importanza dei rapporti familiari per una maturazione equilibrata dei giovani e per la loro formazione morale e civile in una società sempre più articolata e complessa. Il tema "Il ruolo della famiglia nella prevenzione della violenza giovanile" sarà presentato da Antonio Perugini, avvocato, procuratore pubblico del Canton Ticino e presidente del “Gruppo di coordinamento sulla violenza giovanile". Interverrà nel dibattito anche un giovane appartenente a questo gruppo di lavoro a livello cantonale. L’entrata è libera. Per ulteriori informazioni, contattare don Rinaldo Romagnoli al n. 091.744.66.37 oppure il pastore Angelo Cassano al n. 091.743.45.45.



MURALTO
CULTO ALLA TSI PER LA VIGILIA DI NATALE

Mercoledi 24 dicembre, dalla Chiesa evangelica riformata di Muralto, il culto introdotto dal teologo e giornalista Paolo Tognina e presieduto dal pastore Angelo Cassano sarà trasmesso su TSI 2, ore 19 circa. In questa occasione speciale, oltre ad una bella recita di natale presentata da un gruppo di bambini della comunità, si esibiranno col canto Martina Volf e i fratelli Canepa-Keller. Ci sarà anche il contributo musicale dei giovani del gruppo d’archi “Roxanne” , di Eleonora Cassano al pianoforte e di Ja-Suk Leoni all’organo. Nella sua riflessione il pastore Cassano si interrogherà sul significato del natale e si chiederà se abbia ancora senso oggi parlare di pace e di speranza, quando il mondo in cui viviamo sembra essere dominato dalla cultura della violenza, dell’odio e del pregiudizio. Il culto viene diffuso al 24 anche a nord delle Alpi su SF1 (ca. 16.05) e TSR1 (ca. 23:15).

MURALTO
GOTTESDIENST AM HEILIGEN ABEND
AUF TSI2, SF1 UND TSR1

Am 24. Dezember um circa 16:05 Uhr wird auf SF1 (auf Deutsch) der Gottesdienst aus der Evangelisch-Reformierten Kirche von Muralto übertragen mit einer Einleitung des Theologen und Journalisten Paolo Tognina und unter Leitung des Pfarrers Angelo Cassano. Neben einer Weihnachtsaufführung einer Kindergruppe der Gemeinde singen bei diesem speziellen Anlass Martina Volf und die Geschwister Canepa-Keller. Hinzu kommen musikalische Beiträge des jungen Streicherensembles „Roxanne“, von Eleonora Cassano am Klavier und Ja-Suk Leoni an der Orgel. In seiner Andacht hinterfragt Pfarrer Cassano die Bedeutung von Weihnachten, und ob es noch Sinn hat, von Frieden und Hoffnung in einer Welt zu sprechen, die von Gewalt, Hass und Vorurteil beherrscht zu sein scheint. Der Gottesdienst wird am 24. auch auf TSI2 (circa 19:00 auf Italienisch) und TSR1 (circa23:15 auf Französisch) gesendet.

Culte de la nuit de Noël transmis de l'église de Muralto
mercredi 24 décembre 2008, 23h15

A Muralto le culte de la veillée de Noël est un temps fort des célébrations qui entourent la Nativité : un soir à nul autre pareil quand l'obscurité s'installe et quel les lumières offrent une atmosphère de fête au dehors et qu'à l'intérieur le sapin de Noël arbore fièrement ses bougies.Depuis de nombreuses années, une tradition supplémentaire caractérise la fête à Muralto. Un groupe d'enfants est sollicité pour raconter une histoire de nativité. Avec la metteure en scène Rachele Sartorio et la responsable des costumes Patrizia Battaglia, les enfants se réunissent dès le mois de septembre pour préparer minutieusement le spectacle qui sera proposé lors de la nuit de Noël.
Présidé par la pasteur Angelo Cassano, ce culte intégrera cette tradition populaire locarnaise. Mais le culte restera un culte avec ses prières, ses chants et ses lectures bibliques pris en charge par la communauté. Pour la première fois de son histoire, la télévision tessinoise a décidé d'installer ses caméras à Muralto pour proposer à l'ensemble de la Suisse cette fête joyeuse et colorée qui permettra d'entendre l'évangile de Noël réfléchi par la bible et les yeux des enfants.